La Presidente dell’Associazione Italo Ellenica “Pitagora” di Bari, Sig.ra Sarina Elefteria Garufi, e l’intero Consiglio direttivo, hanno voluto dedicare una mattinata, alla visita di un Santuario dedicato alla Madonna della Grotta, esortati anche dalla consigliera sig.ra Lia Marcario. Tutti i soci e amici, hanno aderito e scelto di visitare il Santuario della Madonna della Grotta, posto nelle vicinanze della Città di Modugno. La mattina di sabato 05 maggio u.s. si è tenuta una mattinata di preghiera, presso l’antico Santuario della Madonna della Grotta, abbiamo ascoltato la Santa Messa, nella stessa, il cui culto risale all’anno Mille. La Santa Messa, è stata officiata dal Rettore del Santuario Padre Mario Lucarelli, coadiuvato da Padre Nicola Bollino, in suffragio dei parenti defunti dei soci. Dopo la Santa Messa, la signora Maria Morelli, si è dilungata nella spiegazione del Santuario-grotta la stessa di natura Carsica, abitata da monaci sin dall’anno Mille. Un santuario rupestre le cui origini si perdono nella notte dei tempi. La cavità ricavata nella roccia dal dilavamento delle acque, che confluivano verso la lama Lamasinata.
I muri affrescati ai due lati dell’altare mettono in risalto alcune scene particolari, come il “Compianto” del 1260, della vita della Madonna di Maria Maddalena e di Gesù. L’altare del periodo (1105-1125) dedicato a San Corrado, al piano superiore si nota una trifora del XVIII secolo. L’antico Santuario è anche sito archeologico tutelato dalle belle arti restaurato nel 1993-94. L’altare settecentesco, con la deposizione del XVIII sec. della scuola di Stefano da Putignano.
Nel tempo, troviamo tracce di presenza umana dovuta, al culto, risalente al X secolo. Fu sede dei monaci Basiliani dal IX secolo sino all’ XI sec., quando subentrarono i monaci Benedettini, che fondarono la loro abbazia e rimasero in quella sede sino al XIII sec. La Grotta fu luogo di rifugio per i crociati che tornavano dalla terra Santa, dove trovavano ristoro e sana accoglienza, per il corpo e per la mente. Un Luogo mistico per la presenza del monaco cistercense, dal 1125 al 1127, San Corrado Bavaro, detto l’Eremita, protettore della Diocesi e della città di Molfetta. Della sua presenza si conservano il “Cunicolo” detto di San Corrado e la sua tomba, nel pavimento musivo del santuario, dove rimase custodito per 170 anni sino al 1303, quando i molfettesi lo prelevarono proclamandolo loro Patrono. Ora il Santuario è retto dai Rogazionisti, fondati da S. Annibale Maria Di Francia (Messina 1851-1927) curano pastoralmente il Santuario e promuovono l’evangelizzazione, il culto Mariano e la Preghiera per le Vocazioni.
La Chiesa lo dichiarerà Santo nel 1832.
Anna Sciacovelli