l’elisir dell’eterna giovinezza. È la “rosa di Santa Sofia”, al centro
di un progetto messo in atto dall’amministrazione, capeggiata dal
sindaco Renato Josca. L’idea è creare un indotto nel settore cosmetico e
farmaceutico, favorendo lo sviluppo del territorio e la creazione di
nuovi posti di lavoro. “Il progetto – spiega il primo cittadino
albanellese – cammina di pari passo con il culto di Santa Sofia. È il
risultato di un protocollo d’intesa con l’Università degli studi di
Salerno, in particolare la facoltà di Botanica coordinata dal professore
Vincenzo De Feo”. Anticamente le donne del posto erano solite lavarsi il
viso con l’infuso di petali della “rosa di Santa Sofia”, che cresce in
una zona all’interno dell’oasi Bosco Camerine, in prossimità del pozzo
che porta in nome della Santa patrona. La rosa sarebbe il simbolo di
riconoscenza verso il popolo albanellese, che l’aveva protetta dai suoi
persecutori. Secondo la leggenda dai suoi petali sarebbe possibile
estrarre un particolare elisir in grado di conservare giovinezza e
purezza. I fiori, che crescono spontaneamente nella macchia mediterranea
dell’oasi, sono stati riprodotti dal floricoltore Giorgio Ascione. “Due
anni e mezzo fa – spiega Josca – Ascione si è recato nell’oasi di Bosco
Camerine per prelevare le talee e riprodurle in serra. Quest’anno la
produzione è stata molto ricca. L’università si è occupata di estrarre
dai petali di rosa sia l’elisir, concentrato, che l’essenza di rosa. Uno
sbocco che apre al settore farmaceutico e dei cosmetici e crea
occupazione sul territorio per chiunque sia interessato ad intraprendere
questa attività”. Sia l’elisir che l’essenza sono stati presentati dal
sindaco Josca nel corso delle celebrazioni dedicate alla Santa, lo
scorso 15 maggio, insieme con il progetto di un’area interamente
dedicata alla Santa patrona di Albanella.