Lo scenario umano e pittorico di franco Pasquino, spazio indistinto della memoria, si tramuta sulla tela, in immagini legate ai medesimi talvolta disparati avviluppati o lineari che sia filamento di una trama socio ambientale sempre organico e decifrabile. Che assume un ruolo primario in ogni nuova opera, in una sequenza di macchie, zonature svirgolature, di “linea -luce” emergono strutture della realtà esterna che si amalgamano con il colore stesso, si depauperano di ogni contemporaneità, si gravita quasi di una dimensione assai spesso sogno.
La tavolozza, ridotta a un essenziale sistema abitabile del soggetto, dispone pur sempre d’illuminate varianti (spazio-luce e più oltre) che esitano sempre differenti sensazioni in un dettato mai suggerito da condizionamenti tecnici ma piuttosto da una “memoria” che appalesa a conti fatti gravida d’innumerevoli sequenze della realtà esterna.
Dalla stessa puntualità estetica dei colori con i loro significati simboli, Pasquino è riuscito a estrapolare tutte le possibilità dei propri interventi pittorici ottenendo la consistenza di una riscoperta “concezione di vita” attinta dalla stessa fonte remota di un sentimento quasi sacrale e cosmico. Non a caso la sua “ visione” puntualizza il rapporto medesimo tra arte e realtà spesso a confronto coinvolgendo l’osservatore utente nel vivo di ogni nuova tema mentre ciascun elemento compositivo simboleggia passo, dopo passo, qualcosa del suo intimo e il dato sensorio memoriale si approfondisce e si sviluppa sì da divenire dato visivo secondo una sua impostazione realistica che testimonia in un qualsiasi escursus narrativo lo smisurato amore di Pasquino per la propria terra e le proprie origini.
Le diverse impregnazioni pittoriche esteriori che coprono o s’innestano nelle venature grafiche dell’immagine, costituiscono, del resto, la risultante di una riflessione memoriale che avviando la morfologia di ogni nuova tema, qualifica col segno e colore, ciò che Pasquino uomo ha analizzato in una simbiosi tra realtà e fantasia, passato e presente, individuo e ambiente.
La cadenza ripetitiva- di solito paesaggi pugliesi o interni, vicoli, case, piazze di paesi del nostro entroterra- lascia affiorare di pari passo dalla “memoria”quell’amore medesimo dell’uomo pittore per la sua terra e per le sue origini alle quali, accennavo, in un rapporto di scambio, mai interrotto ma piuttosto rafforzatesi nel tempo.
Un tempo, quello dell’artista pugliese, la cui dimensione veramente umana, suggerisce a Pasquino, – poeta versi dialettali molto sentiti.
Anna Sciacovelli