Il tasso di nascita dal 2010 al 2015 è calato di ben oltre il 20% . Matrimoni falliti, bambini senza genitori e convivenze sempre più accelerate per assecondare famiglie allo sfascio. Non si hanno più regole e discipline, la chiesa cerca di fare del suo meglio ma non sempre ci riesce; la generazione decresce giorno in giorno con conseguenze di “bullismo”, alto deficit di “precarietà culturale” e globalizzazione data al mutismo attribuita alla conseguenza di un social non vivente, ovvero alla meccanizzazione della parola elettronica diventata unico e insostenibile bisogno di schiavitù eccelsa. Quest’epopea si avvicina al decadentismo, proprio della nostra società ferma all’ottocento, come un annientamento di morfina dato alle masse che ha bloccato gli schemi di rivoluzione di vita sociale, oramai le masse non alzano dito ne per protestare ne per cambiare (se non pochi, come il 4 o 5% che ancora hanno voglia di protestare). Ad accompagnare lo stato dell’ abbassamento crescita dall’annata 2010 è stata sia la disoccupazione e il tempo lavorativo duplicato di ore (per singola persona) che non ha fatto altro che togliere spazio alla creatività riproduttiva della specie umana. Come si può concedere una vita serena a uno stato di coppia che vuole procreare vita e famiglia, bambini e lavoro? Sebbene la procreazione non determina uno stato morto. Se i vecchi sono aumentati è grazie al benessere della medicina che avanza lo stato di miglioramento dal punto di vista salute. Se i bambini sono diminuiti è la conseguenza di una politica “malata” dettata dalle mode “fuori legge”. Le donne, al contrario degli uomini, non hanno paura di mantenere la prole ma l’unico motivo è che l’uomo ha scambiato il suo ruolo con la figura femminile ammutolendosi davanti a essa.
Nel 1792 Mary Godwin Wollstonecraft scrisse in Gran Bretagna un pamphlet intitolato Vindication of the Rights of Women (Rivendicazione dei diritti delle donne), in cui dichiarava la discriminazione nei confronti delle donne nella società di quel tempo richiedendo l’eguaglianza fra i generi di sesso opposto, ovvero maschio e femmina.
Fino alla Rivoluzione francese le donne in Europa non godevano degli stessi diritti dell’uomo e fino al matrimonio dovevano obbedire solo il padre perché essa era considerata solo “figlia” o solo “moglie” e per questo non era una persona autonoma e indipendente. Dal 1700 in poi le cose sono cambiate. Sebbene anche le donne dovevano partecipare ai lavori per contribuire al mantenimento dei figli ed essere allo stesso tempo acculturata e di bella presenza. In questo caso la donna è stata messa in gioco. Non più ai fornelli ma contemporaneamente si è voluto che dall’essere sottomessa come “schiava” e casalinga è passata ad un evoluzione matriarcale. Qui, la donna ha propriamente fatto vedere all’uomo che era in grado di portare avanti non solo la casa ma le industrie, e ha cominciato seriamente a “liberarsi dalle catene” emancipandosi con l’idea che potesse rivoluzionare la vita di settore, basti pensare “io sono in grado di farcela e anche di distruggere” da femme fatale, caso x nella politica dove troviamo uomini di una certa età e pischelle uscite dall’uovo di pasqua. La voglia di comandare, di gestire facendo il caposquadra ai battenti di ogni residence ha reso la politica e la vita sociale di ogni famiglia e cognome una sfera di cristallo dove si può soltanto “vedere ma non toccare”. A chi diamo la colpa: alle donne o agli uomini vecchi che hanno tramandato “evasione”? Altra domanda: chi ha portato avanti la storia e la politica del nostro paese? E quali sono stati i cambiamenti? I bambini se e quando nasceranno saranno sempre così tarpati da queste ideologie femministe o potranno essere allevati da geni che non siano donne? Vogliamo ancora: le mamme senza tacchi che hanno voglia di cucinare ancora una bella lasagna fatta in casa o uomini che non riconosco più i figli? Come stiamo allevando la prole? Con la fretta di fare carriere inopportune e padri sventurati che sbavano di fronte alle donne in minigonna attribuendo poi un “non-sense” alla vita sociale? Cos’è un figlio? La nostra società dal punto di vista demografico sta invecchiando e ha bisogno di giovani attenti non solo in classe ma per le strade dove a farsi compagnia c’è solo il cellulare! E forse non basteranno gli indici istat o le ore di educazione alla famiglia e alla prole per migliorare questo status deviato dalle morali. Guardiamo la politica, anzi l’educazione alla politica con il permesso militare.
Tanto gentil e tanto onesta pare / la donna mia quand’ella altrui saluta, / ch’ogne lingua deven / tremando muta, / e li occhi no l’ardiscon di guardare. […] uno spirito soave pien d’amore, / che va dicendo a l’anima: Sospira.” (Dante Alighieri; La vita Nova)
Rosa Santoro