ieri sera a Mola di Bari, nella Casa delle culture, presentazione di un inconsueto strumento musicale, il Lithos di Puglia, del maestro, musicista e scultore, Donato Divittorio.
L’artista ha unito due delle sue peculiari espressioni d’arte, la musica e la scultura, nella creazione di questo strumento, il Lithos di Puglia.
Che le pietre sappiano “ cantare” si sapeva già, basti pensare al maestro Pinuccio Sciola ( https://it.wikipedia.org/wiki/Pinuccio_Sciola#Le_pietre_sonore ) o agli strumenti dell’età della pietra
(https://www.youtube.com/watch?v=vgUC6O6Pdkk) ma una musica che nasca dalle pietre di Puglia, sapientemente scelte ed elaborate dal Divittorio, è la novità.
Il maestro le sceglie, le orienta, ne segue le vibrazioni, regolando la lunghezza delle pietre inserite in supporti lignei, fino a ottenere suoni che sono vere e proprie note.
Abbiamo infatti ascoltato una sua composizione dal titolo “ Invocazione”, per lithos e voce di soprano, di cui lo stesso autore dice: “ La terra invoca l’uomo. Il ritmo è il passo dell’uomo. La melodia è invocazione a rispetto e amore. Il fa diesis è un punto interrogativo, è richiesta, l’acuto del soprano, la nota si , è un grido, la composizione transita per fa diesis, si, sol maggiore in una sonorità che è preghiera “
Il lithos è stato anche utilizzato per suonare “ Giochi proibiti”, performance che ha suscitato un caldo applauso, perchè è stato più facile per il pubblico eterogeneo, accostarsi a questo tipo di musicalità.
Peccato anche non aver optato per l’organizzazione della serata in un’unica sala che potesse accogliere tutti,
infatti la dislocazione del pubblico in due sale ( la seconda munita solo di ripresa televisiva degli avvenimenti svolgentisi nella prima, con un sonoro che lasciava a desiderare) ha creato l’invitabile e spiacevole sensazione di un pubblico di serie a e uno di serie b, ma, soprattutto, non ha favorito quella calorosa e viva partecipazione diretta tra pubblico e artista, sempre auspicabile in un avvenimento di cultura che vuole ampliarsi e unire persone e arte.
Concetta antonelli