Le Parole masseria e massaro, derivano dalla voce latina “massa”con il significato primitivo di Massa di pasta, lievito.
In questi significati, è ben chiaro il concetto di amalgama, massa unione di terre, che riviene dal greco “uatca”, come pure, massa di farina impastata, pane d’orzo, blocco.
Nell’età antica, la masseria non era e non è altro, che l’equivalente di una pluralità di fondi con un unico dominio o Dominus.
Con il termine “massa” ( dell’età romana) e con le sue derivazioni, “mascalengo” o “marzalengo”, nel Cremonese, “massensanico” nel reggiano, mentre è Masseria nel mezzogiorno d’Italia, e si indicano tutte quelle terre, che nel passato anche più lontano, furono oggetto di donazioni investiture sovrane, terre feudali di parte di “curtes regiae” createsi con le donazioni e assegnazioni di terre demaniali.
Questa formazione delle masserie, ci spiega la notevole estensione delle terre masserizie e l’antichità di esse.
Lo sviluppo di masseria,nella molteplice funzione residenziale –produttiva e commerciale, è strettamente legato all’effettiva efficienza del sistema viario.
Importante è sempre stato il problema viario attraverso il quale, le merci e le greggi viaggiavano senza problemi.
In un antico libro edito nel 1888, “Bozzetti di viaggio” l’autore C. De Giorgi, si sofferma molto nella descrizione della rete stradale ostunese e i vantaggi, che essa ha apportato all’agricoltura, non solo parla della via provinciale ma anche delle comunale e vicinali.
Difatti, le prime la uniscono sia a Ceglie Messapico che a Cisternino, fino alla stazione ferroviaria e di lì fino al castello di Villanova sulla costiera dell’Adriatico.
Le seconde si sparpagliano in tutte le direzioni verso le tante fattorie-Masserie toccando monte Sant’Oronzo, sino ad arrivare a Citro e San Leonardo.
Molti muri a secco, fanno corona alle proprietà degli ostunesi, muri, che cingono fondi rustici, bassi ma solidi e che servono anche come letto o argini alle acque, che scendono dalle colline, nello stesso tempo, sono strade viabili.
Sulla strada, Ostuni -Alberobello incontriamo molte masserie fortificate, una funzione nell’edilizia rurale, prettamente difensiva, nelle zone più vicine alla costa, maggiormente esposte ai pericoli esterni.
La paura dei briganti e dei pirati, imponeva a difendersi contro le ruberie e le violenze, di fronte alla perenne inerzia, dimostrata dal governo spagnolo, una tutela anche contro le invasioni piratesche.
L’idea della costante difesa, finisce con il condizionare e giustificare, la forma dell’habitat della masseria realizzata, che pur nella diversa funzione economica e produttiva, presentavano e presentano ancor oggi, gli stessi caratteristici elementi di difesa: garitte , feritoie, ponti levatoi, torrioni angolari, caditoie e una scarsità di spazi aperti e di appigli, come balconate, altane e loggiate, si notano in special modo, le scarsità di aperture, sul frontespizio o prospetto della stessa.
In Puglia, molte masserie sono affrescate da valenti e rinomati artisti locali, alcune hanno nel loro interno, delle piccole chiese o cappelle, ancor oggi adibite al culto, stracolme di fedeli alla messa delle 10,00 di ogni domenica e nelle feste comandate.
Anna Sciacovelli