Vito Antonio Melchiorre, ricercatore di Storia, Usi e Costumi dell’antica Città di Bari.
Si direbbe un topo di biblioteca, la sua figura spicca per l’assidua presenza nell’Archivio Storico della Città di Bari, ha dedicato la sua vita, alla ricerca attingendo notizie esclusivamente dagli atti e codici antichi.
Solo attraverso questi testi, Vito Antonio Melchiorre, è riuscito in maniera molto precisa a delineare la vera storia di Bari, un lavoro costante e minuzioso da dove emergono sia il folklore barese, che alcuni notevoli atti amministrativi e della antica attività del Comune di Bari. Diverse sono le opere edite dalla Casa Editrice Levante.
Un Amore viscerale il suo, per la nostra città, un Amante fedele che nel tempo, non ha mai tradito le aspettative dei cittadini e studiosi , geloso dei suoi libri ma pronto a dare chiarimenti a tutti quelli, che a lui si rivolgevano per qualsiasi chiarimento in merito ai fatti avvenuti nella nostra antica città.
Negli ultimi anni della sua vita la sua passeggiata dal Quartiere Poggiofranco, sino alla sede della biblioteca dei Padri Domenicani presso la nota Basilica di San Nicola, nella città vecchia, dove trascorreva il suo tempo alla ricerca di antiche carte, spesso consultando anche antichi codici miniati. Noto è il suo impegno, nella ricerca delle antiche testimonianze di una città come la nostra in continuo fermento e cambiamento culturale e gestionale.
Avevo terminato di scrivere “Bari che scompare” edito dalla Casa Editrice Congedo, l’aveva acquistato e nel recensirlo scrisse: “ molti mestieri mancavano all’appello” risposi dicendo: “Che complessivamente i mestieri erano settanta, ne avevo volutamente estrapolati solo quindici”.
Un ricordo indelebile “dell’AMANTE SEGRETO” della città di Bari.
Anna Sciacovelli