Narra un’antica leggenda, che il primo maestro della raccolta e lavorazione del bisso in quel di Sardegna, fosse una donna, Giulia Berenice di Cilicia, nobile ebrea, figlia di Erode Agrippa, Re d’Ituria (Cilicia), della quale s’invaghì l’Imperatore Tito figlio di Vespasiano, nel (I secolo d.C.).
Berenice, era nata nell’anno 28 d.C. all’età di tredici anni sposò un congiunto Marco Giulio Alessandro, Poi sposò lo zio Erode di Calcide, dal quale ebbe due figli Berenciano e Ircano, rimase vedova all’età di appena vent’anni.
Ancora giovane, attraente e bella si unì a Polimone di Cilicia, Quando Tito I salì al trono, le cattive lingue sparlarono tanto, che costrinsero i due innamorati a lasciarsi, la giovane Berenice, preferì allontanarsi trovando un certo e sicuro rifugio, pur stando in esilio, nell’accogliente isola della Sardegna, isola di Sant’Antioco. Costretta a separarsi dal suo innamorato, Berenice per non impazzire pensa di distrarsi e solo vicino al mare si sentiva protetta, trovando modo di lenire in un certo qual modo il suo profondo dolore, lontano dalle male lingue, ebbe voglia d’immergersi nelle profonde acque del Mediterraneo,con sorpresa ebbe modo di scoprire La Pinna Nobilis e le matasse di bisso.
Berenice trascorse il resto della sua vita in esilio sull’isola di Sant’Antioco, raccogliendo dal mare il prezioso bisso detto anche la bava d’oro.
Una bava, che è espulsa nei mesi estivi dalla Pinna Nobilis, e solo in quel periodo è raccolta e lavorata come un sottilissimo e resistente filo.
È espulso, come un groviglio ingarbugliato di filo sottile e lucido, questa sottilissima seta del mare, solitamente inizia ad emergere alla fine del mese di maggio, sino a tutto agosto e viene da sempre utilizzata e ricercata, per creare manufatti, che a parte la finezza e leggerezza del tessuto, assume una magica aura dorata, il filo di bisso sembra giocare con la luce del sole, è chiamata anche, seta di mare o capelli d’angelo.
La sua una presenza è molto antica, tanto che diecimila anni orsono, nella terra di Mesopotamia, furono tessute, con bisso dorato, tutte le vesti del famoso Re Salomone.
La Pinna Nobilis, è la più grande conchiglia del Mare Mediterraneo e si riproduce con estrema lentezza. Questo mollusco, sin dal 1992 si diceva che era in via di estinzione, la famosa pesca a strascico ha messo seriamente a repentaglio la sua esistenza tanto che per un certo periodo, dalle autorità Portuali fu vietata.
Del bisso, se ne parla anche nella Bibbia, che ne menziona l’ottima qualità del filato e dei tessuti indossati da Re Salomone, e del login Ecuba, così ne aveva parlato anche il famoso Aristotele.
Anna Sciacovelli