L’arbusto dagli splendidi fiori a campanella rosso-arancio è originario de Medio Oriente, dalla Persia e dell’Afganistan, cresce spontaneo dal sud del Caucaso.
Al Punjab ed è molto diffuso in Estremo Oriente oltre che nei Paesi Mediterranei.
Le sue radici affondano fin nell’antica Grecia, dove questa pianta era sacra a Giunone e a Venere. Le Spose romane usavano intrecciare tra i capelli rametti di melograno, mentre nella tradizione asiatica il frutto aperto è simbolo di abbondanza e di buon augurio. I suoi frutti sono rappresentati nelle tombe egizie fin dal 2500 a.C. e ne sono stati rinvenuti anche nella tomba di Ramses IV.
Nel mito di Demetra, Persefone, non può uscire dalla Ade, perché ha mangiato sette grani di melagrana. Numerosi gli autori antichi, che menzionano questo frutto: Eschilio, Erodoto, Platone, e nel Cantico dei Cantici, viene paragonato alle guance dell’amata.
Dioscoride, scoprì le proprietà vermifughe della sua scorza, mentre Caterina Sforza nel suo ricettario, prepara una miscela, che sfrutta le proprietà astringenti, rinfrescanti, diuretiche, antiossidanti e toniche, per le gengive, la scorza di mela granate e quelle sbiancanti, delle foglie di salvia.
La presenza di tanti semi polposi, rossi traslucidi nel suo involucro coriacero lo rendevano il simbolo della fecondità e della bellezza, mentre per i romani significava amicizia e democrazia.
Ormai coltivato in quantità molto esigua, il melograno (Punica granatum) è un albero di medie dimensioni e di aspetto cespuglioso della famiglia delle Punicacee (che forma il frutto balausta) giallo-rossastro, di forma sferica di medie dimensioni, con buccia coriacea e spessa sormontata da residui del calice del fiore.
E’ fonte di vitamine A.A. C. e di sali minerali, soprattutto potassio, che fa bene al cuore. In Italia esistono quattro varietà di questa pianta, tutte di origine siciliana.
E’ un arbusto tardivo e la sua fioritura avviene da aprile a giugno, mentre l’epoca di maturazione è settembre –ottobre.
In cucina, se ne utilizza il succo per preparare cocktail, bevande dissetanti, sciroppi, granatine, conserve e dolci.
Nelle Marche è abitudine preparare l’insalata di indivia e chicchi di melagrana, piatto tipico di Venezia è la tacchina o la faraona alla melagrana: durante la cottura la carne viene bagnata con il suo succo mescolato al vino.
Nel piatto di portata i chicchi interi decorano e danno una nota di colore ai piatti.
Anna Sciacovelli