Nell’antica Torre Pelosa, di Torre a Mare, che sovrasta l’antica città, ha preso piede una Mostra espressiva di valido spessore, una partecipazione emotiva di cinque artisti, coesi nell’affrontare le critiche positive o negative del momento.
La luce delle opere, raccontano la loro storia e il loro sapere, una didascalia di un tragitto personale, che senza una regia iniziale, prosegue nelle diverse sale della torre.
Cinque nomi, cinque livelli diversi di arte pura, cinque linguaggi personali, che si sono incontrati e con discernimento, che hanno selezionato le giuste opere da mettere in mostra: Katya Abbrescia, Mario Boezio, Anna Marinelli, Caterina Ruocco, Flavia Tatone.
Le opere esposte rappresentano un passaggio molto importante nel percorso artistico, degli artisti stessi, Il tutto evoca lontani archetipi, dove la fisicità dell’immagine, di una marina, di un paesaggio o di un capitello sostituisce il metafisico lucore di una pennellata di madreperla che ammanta l’opera.
La prepotente realtà delle opere, emergono attraverso tagli di luce o da uno scorcio di tagli indistinti, di colori, che creano sovrapposizione e rappresentano pseudo ferite, nelle tele ancora integre.
L’utente, si sofferma a rimirare le tele diverse volte, si ritrova poi proiettato, tra realtà e sogno, tra ragione e sentimento, in un unico progetto di minuziosa e costante ricerca, in cui, e di cui, egli stesso diventa protagonista, mediante il personale tentativo di legare con gli elementi raffigurati, per costruire un’immagine dimenticata nel tempo. L’utente, trova spazio nella sua memoria dei momenti vissuti, in un progetto di ricerca interiore elementi fissati nella mente, per ricordare un’immagine non più viva nella sua memoria ma evanescente e nebulosa.
Manufatti di pregio, creati da un riciclo calibrato e studiato alla perfezione, che trasmettono lo stato d’animo dell’artista, una condivisione, scambiando elementi primari, con adeguamenti e mutamenti repentini, di tutto ciò che ci circonda.
Sono dipinti dai quali traspare, l’esternazione passionale degli artisti, con un temperamento libero, non facile da imbrigliare, anzi che molto spesso scompagina un percorso pre-definito, con una composizione coloristica diversa.
Il colore fa da mattatore, seducendo per la veemenza della pennellata, che grazie a quella forza cinetica, sortisce in sorprendenti effetti di una libertà pulita ed espressiva individuale e non comune a tutti.
Gli artisti sono riusciti a conquistare nell’espressione il proprio spazio individuale, pur essendo uniti nella Mostra.
I loro sogni, nelle tele, si evidenziano per saggezza, colori, minuziosità e lavorio intenso, un lavoro di piccole e alacri api, che tessono instancabilmente le loro reti, donandoci sequenze simboliche, con segnali cromatici e tonali solenni, proponendo a noi utenti, una natura pulsante di vibrazioni, in sintonia con il creato.
Anna Sciacovelli