Andiamo alla ricerca dei segni e delle testimonianze del tempo. Su un Colle sopra il lago, alle Benne, troviamo i ruderi di un’antica Torre di un Forte austriaco, risalente all’anno 1890, come quello sul vicino colle di San Biagio, accanto ci sono i resti di un “Castelliere”, dell’età del ferro, insieme a una chiesetta tra il verde, con affreschi ancora visibili dei secoli XIV e XVI, sono ancora integre e statiche le mura dei ruderi dell’antica torre, di un forte austriaco, che risalgono allo stesso anno. Da non dimenticare che nella frazione di Selva, esiste un castello con dentro l’intima storia trentina, luogo di controllo del passaggio denominato il valico di Cimbro Laas, in Valsugana, in epoche remote lungo spazio utile, ai dominatori del Trentino, con castello in Trento città. Il centro storico di Levico, lascia scorgere portali, intrecci di strade, che narrano ancora oggi le vecchie vie imperiali del 700 e 800, gli affreschi su vecchie case e fregi sulle abitazioni, racconta dell’antica città, le sue vestigia. Quando si governava con usi e regole locali, autonomamente dai governi centrali secondo l’uso delle borgate dell’arco Alpino. Il rintocco di una campana ci fa pensare a chi non c’è più. Segni esteriori, che testimoniano una storia tutta locale con legami stretti a quella trentina e in parte con quella veneta. Via Travaia, casa Rinaldi, Casa Giannettini, Via Battisti, Loggette, Fontane, Fregi, Testimonianze, viventi di storia che fu. Colli e boschi attorno a questi siti privilegiati, a pochi kilometri da Levico c’è una nicchia tra le valli che permette di salire in località ben segnate dal tempo, dove sono poste le due zone una di Luserna, un isola dall’antichissimo lignaggio cimbrico e l’altra di Busa Verle, in un ambiente paesaggistico, dove i forti della prima guerra mondiale hanno lasciato segni indelebili e sono disseminati a diverse quote, che salgono verso il monte la stessa è divenuta nel tempo, una zona logisticamente importante. Il Forte Campo di Luserna, è una fortificazione militare situata a 1549 metri sul livello del mare, appartenente al grande sistema di fortificazioni austriache al confine italiano chiamato anche “Padre Eterno” per la sua sicurezza e inespugnabilità. Costruito tra il 1907 e, il 1912 ha due avanposti, Viaz a 1507 m. e Oberwesen a 1517 m. ideato dall’ing. Eduard Lakom, il quale aveva pensato anche a una centrale elettrica, due grandi magazzini, una torre di controllo, il Forte aveva un’autonomia di 45-50 giorni. Il corpo principale ha forma triangolare con fossati di gola, larghi fino a dieci metri e profondi dai quattro ai sei metri, costruiti in calcestruzzo, con strutture corazzate, intagliate nella viva roccia. La fortezza dell’altopiano, aveva 200.000 metri cubi, mentre quella di Verle a passo Vezzena, è sola di m.51.000, come pure quello di Belvedere a Gschwent e Lavarone, che subirono notevoli danni nel 1915, dai bombardamenti italiani, a quel tempo il comandante austriaco Emanuel Nebesar fece, issare la bandiera bianca, dal significato di una (Resa Incondizionata).Il Forte studiato militarmente a tavolino, aveva cupole corazzate e girevoli su se stesse in acciaio, dello spessore di 250 milligrammi e una casamatta corazzata come i normali carri armati.Il Forte è possibile visitarlo durante il periodo estivo.
Anna Sciacovelli