La rappresentazione in arte, è nata dall’esigenza di stendere un manifesto, scolpire un sasso, colorare una tela o tracciare sulla scorza dell’albero un semplice segno, per dimostrare al mondo la presenza dell’uomo.
Tutto questo non si è fermato nel tempo, l’artista continua a tracciare segni diversi, nel marmo, sulle pietre, alle pareti sul nudo albero un urlo muto, di un uomo, che mutevolmente dice: ”Io sono qui con la mia creatività, con la mia fantasia, che non si ferma d’innanzi agli ostacoli, che si frappongono tra me e la mia “Scrittura” artistica, che s’incunea e riesce a percorrersi una strada, tra le tante attività dell’uomo”.
Lo scultore Armando Mele, in punta di piedi, si è avvicinato all’arte, traendo molto spesso dalla natura emozioni e sensazioni, che con particolare entusiasmo egli trasmette al marmo, alla creta, alla pietra e al legno, attraverso le proprie mani messaggi visivi, che hanno dimostrato prima a se stesso e poi agli altri, la capacità di dialogare esternando il proprio “Sentire”.
Questo mistero del “Sentire”, porta l’uomo ad avvicinarsi e amare sempre più la natura, valori condivisi e fondamentali, per la sopravvivenza dell’uomo nella natura stessa.
Non a caso l’artista Armando Mele, con le proprie “Opere” lancia dei messaggi attraverso i quali si evidenziano, la propria voglia di cambiamento, quasi una ferrea volontà, lo spinge al nuovo e più approfondito dialogo, prima con la natura, con se stesso e poi con gli altri.
Nel mondo della creatività e della cultura, che è in continuo movimento e cammina sulle gambe degli uomini, non è possibile sostare o fermarsi, nelle periferie, ma bisogna scendere nelle piazze, tra la gente e salire sulla bocca di tutti, dove il dialogo di confronto si fa audace, suggerendo un nuovo decalogo del comune convivere con gli altri.
L’artista Armando Mele, ricreando il giusto rapporto tra l’uomo e l’ambiente, ha ritrovato nel dialogo scultorio, un ottimo incontro con la natura, che nel tempo è diventato, dialogo continuo, scambio emozionale e deontologia personale dalla quale raramente se ne allontana.
Il personale e continuo dialogo con la natura lo distingue dagli altri, non possiamo dimenticate, che gli schizzi delle caverne ci appartengono, un retaggio di creatività rupestre, potrebbe essere la memoria di un continuo divenire, che distingue l’uomo per la sua anima.
L’attitudine mentale e la creatività manuale, riescono a smuovere la staticità dell’uomo spingendolo a urlare a se stesso e agli altri, la sua stessa creatività di essere artista.
Una vita dedicata all’arte, che non corre verso il nulla, ma urla la sua presenza dicendo a gran voce: “Io sono qui, con la mia creatività, con il mio vissuto, che ha segnato un tracciato della mia vita, che da oggi è la mia pietra miliare, del passato, presente e futuro”.
Anna Sciacovelli