Presso Torre Pelosa, di Torre a mare Frazione di Bari, Michele Agostinelli e Francesco Mele, due artisti, due amici, una mostra, che loro hanno condiviso all’insegna del valore dell’amicizia.
Ritrovarsi dopo tanti anni, sono stati per loro come il primo giorno di scuola, la gioia, i lucciconi agli occhi, quel senso di collaborazione e tanto affiatamento nella suddivisione dei compiti.
L’Amicizia, inestimabile valore nella vita di un essere umano, infatti, non si riesce a immaginare un’intera vita, senza un vero amico sincero al nostro fianco.
Il binomio Michele Agostinelli- Armando Mele, due artisti legati da un’amicizia di vecchia data, che come binari lineari e senza curve, hanno percorso un lungo tratto parallelo di strada, per molto tempo i due artisti, ha avuto la possibilità di scambiarsi concetti, idee e giudizi, commisurandosi l’uno l’altro, sia per gli impegni della vita, che per quelli artistici.
L’itinerario creativo dei due amici, è stato un percorso alternato, tra voglia indomita di creatività dell’uno e l’estrema sperimentazione dell’altro, senza nulla togliere alla radicata e profonda libertà individuale, che ha segnato un punto fermo nel mondo della loro arte.
Nel tempo, liberi ma non disgiunti, non sono venuti meno i presupposti di un’amicizia, nata in giovane età, a mio avviso un invisibile “filo rosso “ li teneva legati, quando entrambi sperimentavano singolarmente i primi approcci e scontri con l’arte, oggi divenuti adulti, al ricordo di quel periodo ansioso e pieno d’incognite sorridono sereni.
La loro dialettica artistica, è diventata più piacevole, interessante, intrigante e accattivante per entrambi, quest’antico e stretto legame, mette in luce l’impostazione di una chiara affabulazione pittorica, che continua nel tempo e che non ha perso la sua validità, nonostante l’alternanza e il trascorrere del tempo.
Le opere, in questa rassegna d’arte, sono oggetti, che non sono impressi solo sulle tele, ma che hanno il fascino di un tema diverso, un mondo pittorico e materico, che nella loro diversità, chiede a gran voce il proprio spazio, in un dialogo emotivo, che nel loro valore di antiche icone, urla a gran voce, nel silenzio sacrale, di questa galleria.
Tutte le tendenze, le idee, le tecniche, che il nostro tempo ha perfezionato e maturato, sono rintracciabili nell’ambito di questa mostra, su pari livelli di valore e dignità.
Spesso, si entra in una galleria d’arte, nella speranza di poter scoprire il nuovo e nell’inesausta fiducia di scoprire il diverso, nella curiosità delle novità, che combatte la pigrizia, la noia, il nichilismo, che ottenebra la fantasia e la creatività degli artisti, arrivati all’apice della propria carriera.
Il vibrare delle corde dell’arpa, di Michele Agostinelli, trasmette sensazioni indicibili, alle anime sensibili degli utenti, che si attardano ad ascoltare l’arpeggio, che echeggia, oltre le vetrate di un’austera chiesa, del milletrecento, dove monacali sembianti a piedi scalzi entrano in un silenzio, che profuma d’incenso.
Mentre il trillio del violino, di Armando Mele, sfiora le umide pareti di una Basilica claustrale e dalle socchiuse vetrate colorate, s’involano in preghiere verbali di antichi coristi, che inneggiano un inno di ringraziamento, a quell’Eterno Iddio, per l’amico ritrovato.
Siamo a condividere, la poetica di Concetta Antonelli, poetessa di tutto rispetto, che dal silenzio, che è dono universale, trae squillanti note poetiche, che si dipanano, come una solenne nenia, rivelando in questa torre di vedetta Saracena, sentimenti e amorevolezze d’altri tempi.
Condividere, con un vero amico la gioia e il dolore e che resta al tuo fianco, anche quando tutto crolla improvvisamente sulle tue spalle, essere felici quando una persona ti guarda negli occhi e ti confida con tutta sincerità: ”Sì, di te mi fido, come di me stesso, anzi più di me stesso”. Per l’amico è il massimo.
Questa è l’amicizia, che nasce senza interessi reconditi, che nel tempo, non tradirà mai l’altro, questo legame confidenziale e profondo, che unisce una o più persone, è un bene prezioso da non sottovalutare.
Plauto diceva: ” Dove sono gli amici, là sono le ricchezze”, l’amicizia per essere tale, deve essere vissuta, alimentata, costruita e contemplata, come la visione di un tramonto, che dura a lungo nel tempo.
A quest’evento, hanno partecipato Don Fabio Carbonara, I CARE, Nino Greco Presidente dell’Archeoclub Bari e tanti altri amici.
Anna Sciacovelli