Perdere un amico a quattro zampe è un grande dolore e per non restare indifferenti a una compagnia, considerato il miglior amico dell’uomo, possiamo dimostrare tutto il nostro affetto, inteso come gesto d’amore, dedicandogli un degno posto per l’aldilà. Seppellire il proprio cane in aree dedicate solamente a lui o cosiddetti “cimiterini del cane” o semplicemente “cimiterini generici” dove si seppelliscono pappagalli, gatti, cani, e altri. È considerato uno delle pratiche più igieniche che prevedono la consegna delle ceneri al padrone, anche perché un cane non si può seppellire nel giardino di casa perché è considerato illegale, almeno che non abbiate l’autorizzazione da parte dell’Asl o assicurazioni che prevedono la procedura di sepoltura del cane. Bisogna rivolgersi comunque e sempre a un veterinario, il quale controllerà la salma del cane e potrà redigere il certificato di morte e consigliarvi un cimitero dove seppellirlo. A Roma troviamo “Casa Rosa” in via dell’Imbrecciato, nel quartiere Portuense e la “Veterinaria alla Laurentina della fondazione M.M. Candutti” in via Laurentina. Il cimiterino “Casa Rosa” è nato nel 1923 quando il veterinario Antonio Molon ricevette l’ordine di seppellire la gallina, compagna dei figli che usavano per giocare, di Benito Mussolini, poi i cani di Casa Savoia, e altri noti. Il costo di sepoltura del cane è di 150,00 euro ogni anno. Quest’ultima chiamata “Veterinaria alla Laurentina” è dotata di un immenso spazio di verde che dispone di una pensione per cani, per gatti e altri animali, una clinica e un cimitero; un vero e proprio relax di lusso per i nostri cani, nella quale, offre svariati servizi. Come avviene la sepoltura del cane? Il cane viene avvolto in una coperta e messo in una cassetta di legno con una lapide di marmo. Il costo di quest’ultimo è di circa 750 euro per soli cinque anni, se si vorrà rinnovare l’abbonamento bisognerà pagare di nuovo la tantum. Insomma, cari amici, i nostri amici non muoiono mai, riposano in pace e possiamo andarli a trovare ogni volta che vogliamo.
Rosa Santoro