Si parte alla scoperta della città Romana Suasa Senonum, a 205 metri sul livello del Mare, una superficie di circa 16,00 kmq, con circa 1.705 abitanti
Strano nome, quello di Castelleone di Suasa, edificato sullo strapiombo della collina intorno al XI –XII secolo e costituisce il nucleo medievale più antico dell’abitato.
Dal Medioevo al Rinascimento, diverse famiglie signorili si sono avvicendate ne dominio di Castelleone: dai Brunforte, primi signori del Comune, ai della Rovere (nel 1641 vi muore la duchessa Livia, figlia di Ippolito, che abitava nell’attuale palazzo Compiani), ai Medici che dominano fino al 1732.
Una visita alla chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo, della seconda metà del 1500dov’è conservata un’opera del XVI secolo, la Vergine Annunziata attribuita a un allievo del Barocci, Antonio Viviani.
Da non trascurare una visita alla chiesa di San Francesco di Paola, che risale alla prima metà del XVII secolo, poco fuori dal paese, troviamo la cappella rurale di San Martino, dove fa bella mostra di sé la tela di San Martino in Maestà dell’arceviese Ercole Ramazzani (1564).
Un tuffo nel passato la città racchiude la visione delle vestigia dell’antica città romana di Suasa e quelle di uno dei palazzi rinascimentali più belli della provincia, il Palazzo Compiani della Rovere, sede, tra l’altro, del museo che accoglie gli affreschi parietali è provenienti dalla domus Patrizia Suasa su cui nel 1988 si sono incentrate le ricerche dell’istituto di Archeologia di Bologna.
La domus, la prima ad essere conosciuta a Suasa ebbe lunga vita, dalla seconda metà del I secolo d. C. al V secolo d.C., raggiungendo il momento di maggior splendore nei primi decenni del II sec. d.C.
Nello stesso periodo, risalgono gli splendidi mosaici rinvenuti al suo interno, che costituiscono un complesso unitario tra i più importanti delle Marche.
Vari i motivi decorativi sia bianco e nero che quello policromo con la tecnica dell’Opus vermiculatum, al motivo degli uccelli che beccano i frutti mentre al centro un giovane Satiro semisdraiato su una roccia, fino al magnifico mosaico in opus sectile realizzato con oltre quindici tipi diversi di pietre di notevoli effetti scenografici.
Le pitture parietali risalenti all’inizio del II sec. d. C. completano le scene con rappresentazioni architettoniche in prospettiva trasformate in elementi decorativi, risalenti al tardo- imperiale, sono esposte nel Museo di Palazzo della Rovere.
All’interno della villa, circa una ventina di anni fa, furono scoperte tante sculture, che non hanno mai fatto parte dell’arredo della domus .
Il pezzo più importante è costituito da una testa- ritratto dell’imperatore Augusto, anche nell’abbazia di San Lorenzo in campo e nella villa Monti a Dinastone, si stanno risistemando e conservando frammenti architettonici e parti di colonne proveniente da vari edifici pubblici e templi dell’antica città.
Dopo tanto girare ti prende una stanchezza nelle membra, da non dirsi, quindi stop e ritorno a casa.
Anna Sciacovelli