Città di Principi, Imperatori e Vescovi. Fondata secondo la leggenda dall’Eroe Omerico Diomede. Canusium fu tra i più importanti centri indigeni della Daunia, prima e dell’Apulia poi. Le tracce dell’uomo sulle sue fertili terre situate tra le ultime propaggini delle Murge e il fiume Ofanto, risalgono al Neolitico, (6000-3000 a.C.) e si accrescono nell’età dei Metalli. Nel XII sec. a.C. l’intera regione è caratterizzata dalla presenza di una nuova popolazione, gli Illiri, che nella Puglia settentrionale, prenderanno il nome di “Dauni”. Nel VIII-VII sec. a.C., si sviluppa l’abitato arcaico di Toppicelli, sulla piana ofantina, con palazzi e tombe aristocratiche ricchissime di corredi, appartenenti al ceto emergente, dei cosiddetti “principi” Dauni. Attivissimo centro commerciale dell’industria della ceramica subisce l’influsso della cultura ellenica. Un breve messaggio, sul telefonino, ”Gita a Canosa di Puglia”, mittente Associazione Italo Greca “Pitagora”, personalmente non ho mai sottovalutato queste gite.
L’invito della Presidente dall’Associazione Italo-Greca Sarina Garufi, mia cara amica, da circa quarant’anni, che mi esortava a partecipare a questa gita fuori porta, ho partecipato volentieri al “mordi e fuggi”, piccole scappatelle verso luoghi, non totalmente visitati, la curiosità mi spinge a dire sì, dopo i diversi tentennamenti per il brutto tempo.
Il Pullman della Ditta Lopraino Viaggi, fermo quasi sotto casa, un validissimo autista Angelo Longo, paziente e accogliente, dopo circa un’ora di viaggio è giunti a Canosa, nel nostro gruppo c’era anche la Presidentessa di Stargate Service, Mariella Magnini.
Prima tappa la splendida e antichissima Cattedrale di San Sabino, dedicata agli SS Paolo e Giovanni, la sua pianta a croce latina a tre navate. Molto ampia con colonne di marmo verde particolare bella nella sua severità, la sua costruzione si deve alla committenza di San Sabino, nel sesto secolo. A pochi passi dalla cattedrale, il monumento funerario dedicato all’eroe Normanno della I crociata, Marco Boemondo d’Altavilla, principe d’Antiochia, morto nel 1111, la sua tomba, è vicinissimo al transetto meridionale della cattedrale detto “Mausoleo”, unico esempio in occidente di chiara ispirazione islamica o siriana, che ritroviamo solo a Gerusalemme, è Il “Sacro Sepolcro” costruito in marmo bianco lavorato da famosi scalpellini.
Nel giardino, un Lapidario all’aperto ci accoglie mentre una pioggerellina ci fa compagnia, poi La visita al museo, ci offre l’opportunità di toccare con mano la magnificenza delle urne funerarie e le famose anfore per la conservazione del vino e dell’ambra. Quattro le guide che ha dato vita a tutto il perscorso,
La voce, della paziente della brava guida sig. Renato Tango, ha saputo tenere viva l’attenzione di tutto il gruppo guidandoci, ed enunciando con dovizia di particolari tutte le date più importanti, dei ritrovamenti, la partecipazione del gruppo è stata attiva, molte le domande rivolte alla guida alle quali dava la giusta risposta, su ogni campo inerente il territorio.
La visita a tre Ipogei, il più importante quello del Varrese proprietario del terreno, dove sorge, che offre l’opportunità di rivedere un ampio campionario di ceramiche e forme vascolari, del IV sec. a. C. rinvenuti agli inizi del novecento.
Stanchi ma, soddisfatti per tutto quello che avevamo ascoltato dalle guide, ci avevano spiegato e detto parlandoci di secoli di storia del loro territorio, facciamo tappa alla taverna, dove lo scrittore Vittorio Polito, rende omaggio, alla guida locale Renato Tango di un suo libro. Un vero ristoro per le nostre gambe e per il nostro palato, pronto ad assaggiare piatti genuini e cibo fatto di cose di prima mano“La Taverna del Principe” la franca e sincera accoglienza del titolare Franco Balzano, ci mette di buon umore, stuzzicando il sempre più il nostro appetito, con pane tricolore, marmellata di pesche, da condire con vincotto, che da noi si usa per le caltellate o cartellate solo a Natale. Bari al nostro ritorno, ci accoglie con la pioggia.
Anna Sciacovelli