L’assedio della Città di Bari del 1068, da parte dei Normanni.
Una delle pagine più epiche della storia della città di Bari è quella che narra la conquista di Bari da parte di Roberto il Guiscardo, dopo un duro assedio durato tre anni dal 1068 al 1071.
Diversi cronisti ne hanno parlato tra i quali Guglielmo Apulo, Goffredo Malaterra, scrivendo che la città di Bari, quasi totalmente circondata dal mare appariva come una penisola unita alla terraferma per mezzo di un breve istmo,
Il Normanno, schierò fanti e cavalieri dal lato di terra e allineò le sue navi, avanti all’imboccatura del porto, unendole con catene e costituendo una specie di ponte.
Dopo averli isolati totalmente , mandò a chiedere agli assediati se intendessero arrendersi, ma ne ebbe un netto rifiuto, mentre i cittadini in segno di scherno gli mostravano dalle alte mura le mutande senza fondo e oggetti di grande valore, invitando i nemici a venirseli a prendere.
Roberto il Guiscardo, piazzò quindi, davanti alle alte mura una terribile macchina da guerra, detta petraria, insieme a robusti ripari che celavano e tutelavano i soldati, collocò altri obici offensivi sul ponte di barche.
Un ‘audace sortita travolse le insidie tese dai Normanni, all’ingresso del Porto, ma non per questo l’assedio ebbe termine.
Con il favore delle tenebre e dietro promesse di lauti compensi un certo Amerino uscì dalle mura e avvicinandosi furtivamente ad una capanna di frasche, dove Roberto s’era appartato per cenare, lo colpì alle spalle, ma senza riuscire a toccarlo perché un improvviso eccesso di tosse lo aveva fatto piegare in avanti; l’incauto attentatore, ma di tutto questo nessuno se ne accorse.
Alle feste, che in primo tempo ne erano seguite in Bari, al rientro dell’ incauto sicario, seguirono successivamente sconforto e terrore, allorchè l’indomani il Normanno ricomparve vivo e vegeto alla testa dei suoi uomini.
Fu per questo, che il principe barese Argirizzo, spedì un messo a Bisanzio, in cerca di un ’aiuto immediato , ottenendo la promessa che una flotta agli ordini di Gocelino sarebbe arrivata , Anche Roberto riceveva intanto rinforzi dal fratello Ruggiero.
La prima campagna di espansione di Roberto, era iniziata nel 1059, in coincidenza dell’apertura dei lavori del concilio di Melfi, dove ebbe l’investitura ducale dell’ intero Mezzogiorno, ancora nelle mani dei bizantini, poi tornò velocemente in Calabria dove i suoi uomini tenevano sotto assedio Cariati.
Ma l’incauto Gocelino, quando giunse a Bari, nella oscurità della notte, scambiò per segnali baresi, le luci dei legni Normanni, che incrociavano nella rada davanti al porto: la sua nave venne presto colata a picco, egli stesso fu preso prigioniero e l’intera flotta cadde nelle mani dei Normanni.
Con questo inglorioso episodio, cessò l’assedio di Bari, perché il 15 aprile del 1071, la città, ormai stremata, dovette arrendersi ed aprire le porte al duca Roberto il Guiscardo detto l’astuto.
Roberto, figlio di Tancredi d’Altavilla, muore nell’aspra battaglia di Cefalonia il 17 luglio 1085, venne tumulato, nella chiesa della SS. Trinità di Venosa.
Anna Sciacovelli