Primo diritto alla vita è il presupposto di Base su cui fondono e s’innestano tutti gli altri diritti. La nostra Costituzione elenca un grande numero di diritti tra i tanti il primo è il diritto alla vita.
Il Femminicidio è emergenza quotidiana, spesso domestica, e colpisce anche i bambini, il 2017 si è chiuso con un bilancio con una classifica migliore rispetto all’anno precedente.
Parliamo di femminicidio e di violenza in genere: un’emergenza quotidiana, sulle pagine dei giornali e nei servizi TV ai quali rischiamo lentamente di assuefarci.
In Italia, è uccisa una donna ogni due giorni; un esercito di oltre 18° vittime che scompaiono ogni anno, spesso per mano di chi sta loro più vicino, di chi dice di amarle.
A volte sono madri, dai dati rilevati da WeWorld Onlus, ogni dieci anni, sono 1600 i bambini orfani di femminicidio: è come se ogni decennio una cittadina di media grandezza, come il Vajont in Friuli, fosse interamente vittima di violenza indiretta, si dovrebbe guardare dalla situazione socio, economico e culturale, dalla quale provengono le vittime.
E’ spesso, decantato come unico elemento importante, per il verificarsi della violenza: non è così.
La violenza, non ha uno status economico, né per il proprio livello culturale: è mera prevaricazione del più forte sul più debole.
Il 25 novembre, nel mondo, si celebra la Giornata internazionale contro la violenza femminile, anche quest’anno lancerà la sua campagna di educazione e sensibilizzazione sul fenomeno della violenza del genere, che vedrà di nuovo la nostra collaborazione di donne Italiane.
Difatti, sono distribuite molte informazioni utili per le vittime di maltrattamenti, tanto che in alcune stazioni, è possibile sostare presso i centri spazio donna, mentre all’interno sono a disposizione anche le aree dei child care, per permettere alle madri una sosta serena.
Questi spazi di prevenzione e aiuto agiscono direttamente sul territorio nei quartieri più a rischio di Roma, Napoli e Palermo. All’interno sono a disposizione anche aree di child care, per permettere alle madri di condividere una serie di attività con i propri figli, in uno spazio di osservazione in cui operatrici esperte possano rilevare situazioni di disagio grave, se non addirittura casi di violenza assistita e subita. A oggi, sono seicento le donne che frequentano i centri “Spazio donna”, insieme ai loro figli, e circa 150 bambini e bambine. MaWeWorld, è presente anche in alcuni pronto soccorso nazionali, con il programma sostegno Donna, un servizio di accoglienza, aperto tutti i giorni, per ventiquattrore giorno, che lavorano in sinergia con il personale ospedaliero, per proteggere le donne vittime di violenza, e se necessario anche i loro figli, che riesce a far fronte, mediamente in un anno, ad almeno mille richieste . Mille, tra le tante, di quella, che oggi è un’emergenza quotidiana.
Anna Sciacovelli