Di Renzo Percoco
Non è stato il primo, ma con la carica della giovinezza si è avvicinato al futurismo quasi per prova , una dinamica della creatività che è anche ricerca Un giovane con lo spirito dirompente guardando la novità e intingendo i suoi pennelli in questa dimensione, espressione visiva del tempo e dello spazio che vale a dire il dinamismo plastico.
Dopo il cubismo e il futurismo l’artista Renzo Percoco, si ferma al dinamismo, con la sua carica di giovinezza e con l’entusiasmo di chi crede nel futuro, racconta sulle tele i suoi timori, ma anche le tante ore a guardare e pensare la bianca tela senza alcun tracciato.
Le sue notti bianche tracciate da semplici linee, dove la sua fantasia si fermava senza proseguire in visioni fruibili. La sua una continua frustrazione intellettuale e morale. Lo sviluppo della tecnologia avanzata, travolge e annulla il lavoro dell’uomo, ma non la fantasia che trova spunto dalle più piccole cose della vita.
Certo la macchina non condiziona, l’uomo ma lo aiuta, perché la tecnologia è un fenomeno più che naturale e ha liberato l’uomo dagli sforzi della vita di ogni giorno.
La bellezza geometrico della velocità, ha un limiti mentre la velocità del pensiero, ha una bellezza planetaria dell’arte.
La vibrante purezza dei colori e la sintesi concettuale delle forme, rendono vigorosamente la liricità delle composizioni del giovane artista.
L’astrazione si riferisce alla magica e sconvolgente struttura delle nostre emozioni, che valgono come intimi processi personali e come proiezioni del sentire universale.
Anna Sciacovelli