Un milione di anni è passato, da quando Erectus lasciava tracce del suo passaggio, in tre grandi sfere della continente Africa, Asia, Europa, ma era Neandertal, che meglio si adatta al disagiato habitat europeo. Non si conoscono le ragioni, che lo spinsero ad abbandonare la terra d’origine, per un continente alquanto ostile, dove la presenza della neve era di solito costante, con le temperature, che spesso segnavano molti gradi sotto zero.
L’intera e preesistente conoscenza dei Neanderthal Europei, derivava da reperti numerosi ma, frammentari, per esempio troviamo una calotta cranica in Germania, altri frammenti, in parte voluminosi, ma mai completi in Grecia, in Italia, Francia e Spagna, costringendo gli antropologi a uno sforzo non facile, per individuare le caratteristiche e le compatibilità delle parti mancanti.
Siamo nell’arida campagna di Altamura, un uomo mentre cammina forse al buio, cade in un fosso naturale, forse ferito, rimane bloccato e non riesce più a uscirne. Muore imbottigliato in quel profondo cunicolo tra gli stenti e la paura.
Nel corso dei secoli, una pioggia incessante di gocce intrise di calcare lo colpisce, punteggiandolo con una concrezione di minerali e intrappolandolo in un amalgama di stalattiti.
Fino ai primi giorni di ottobre del 1993, quando alcuni speleologi e antropologi scoprono la sua prigione in una grotta della Murgiana, nei pressi di Altamura.
Con la voce spezzata dall’emozione e dal poco ossigeno dell’ambiente, si trova di fronte lo scheletro completo, di una forma umana estinta da circa 30mila anni.
Grotta di Lamalunga, è scoperta dal CARS nel 1989, questa struttura carsica situata nella zona delle Murge alte, in un ambiente morfologico, caratterizzato da una successione di aride pietraie, dove non cresce un filo d’erba, che sono denominate doline di crollo vicino al Pulo di Altamura.
Poi silenzio assoluto su questo ritrovamento. Sono passati altri tre decenni e di quest’ominide preistorico si perdono le tracce. Dopo tanto tempo scopriamo che è un nostro parente stretto, un Neanderthal, probabilmente di sesso maschile, ma per il resto non siamo, certi nemmeno di quanto sia antichi.
Si tratta di un esemplare umano, dalle ultime analisi effettuate nel 2015, con certezza lo scheletro e databile fra il 128000 e i 187000 anni fa, si tratta di un Neanderthal. Questo rende l’uomo di Altamura il più antico reperto al mondo da cui sia stato estratto del DNA.
L’uomo di Altamura si colloca nella variabilità genetica dell’Europa meridionale con le conseguenze del DNA simili agli altri reperti trovati in Spagna (Bel Sidron) e in Croazia.
Ora sullo scheletro di Altamura, è, infatti, partita una nuova campagna di studi, frutto di una diversa ricerca (morfologica delle orbite e degli ispessimenti ossei sopraorbitari, assenza della fossa canina e presenza di uno spigolo ben evidente dell’osso mascellare, ispessimento dell’arco occipitale, caratteristica dell’apofisi mastoide, esistenza di uno spazio retro molare, andamento del margine superiore della branca, dell’ascendente mandibolare).
L’interesse dei ricercatori, per l’uomo di Altamura, ha dovuto sopratutto, per la completezza dello scheletro e per le caratteristiche morfologiche presenti.
Anna Sciacovelli