La piccola Antonia, nasce a Milano il 13 febbraio 1912, da Antonio Pozzi e la contessa Lina figlia del conte Antonio Cavagna di Sangiuliana e di Maria Gramignola, proprietari di una vasta tenuta terriera detta la Zelata a Bereguardo, battezzata il 3 marzo con i nomi di Antonia, (Rosa, Elisa, Maria, Giovanna, Emma).
Sin da piccola Antonia, ama molto viaggiare passa le vacanze, con le zie materne con le quali trascorre lunghi periodi di vacanze.
Nel 1917, la vita scolastica la impegna, con il passaggio immediato alla seconda elementare, a undici anni affronta il ginnasio presso il Liceo- ginnasio Manzoni, diplomandosi nel 1930. Stringe legami di amicizia con Elvira Gandini e Lucia Bozzi, si lega con affetto al Prof. Antonio Maria Cervi , per la sua cultura e integrità morale. Un amore impossibile il suo ostacolato con ogni mezzo dal severo padre, che disperata la porterà ad annientare se stessa nel 1930 Antonia, entra all’Università iscrivendosi alla facoltà di lettere e filosofia, quasi costretta dal padre, nel 1931 si reca in Inghilterra, con la scusa di perfezionare la lingua Inglese, un modo per allontanarla dal prof. Antonio Maria Cervi .
Allaccia nuove amicizie: Vittorio Sereni, Remo Cantoni, Dino Formaggio, nel 1934 compie una crociera visitando la Sicilia, la Grecia e l’Africa mediterranea, nel 1935 e in viaggio verso l’Austria, frequenta anche il corso di estetica tenuto, dal prof. Antonio Banfi discutendo la tesi: “Sulla formazione letteraria di Flaubert” , laureandosi il 19 novembre 1935. Nel 1937 si reca in Germania dopo aver seguito le lezioni del prof. Vincenzo Errante.
Intanto divenuta maestra di fotografia crea la poesia con le immagini, che raccoglie da ogni luogo, questa serenità apparente, la distrugge e piano a tratti, si presenta alla sua mente una domanda senza risposta: “Dove sto andando? Verso quale baratro si avvia la mia vita?” Questa normalità apparente e la mancanza di una fede profonda,la rendono sempre più fragile.
Nemmeno l’insegnamento, presso L’Istituto Tecnico Schiapparelli, iniziato nel 1937 e continuato poi 1938 riescono a farle apprezzare e cogliere la vera essenza della propria vita.
La Mancanza di una fede profonda, rende amara la rinuncia all’amore, tanto che la sera del 3 dicembre 1938, muore suicida, con un flacone di barbiturici, a soli 26 anni, nei suoi occhi cala la notte, con le sue ombre viola.
Anna Sciacovelli