Un personaggio classico, nel cinema Italiano, lo impersona Vittorio De Sica, bello, atletico, elegante, un sorriso disarmante, di bell’aspetto esteriore, gradevole presenza, una voce calda e suadente, musicalmente intonata, oltre ad un’istintiva furbizia scenica, senza la maschia grinta dell’americano.
Vittorio,Domenico,Stanislao,Gaetano,nasce a Sora il 7 Luglio del 1901, giovanissimo, attore conquista prima le platee, femminili e poi maschili e ciò perché compendia tutte le qualità dell’uomo – tipo del suo tempo: non troppo alto snello ma non esile, bruno, virile ma non brutale, faccia aperta, sorriso accattivante, insomma un vero lazzarone, ma generoso, mammista, conquistatore conquistato, furbo ma candido, allegro e malinconico, ottimista, che si accontenta di quello, che la vita gli porge su di un piatto d’argento.
Nel contempo, diventa un personaggio italiano, che sa sottrarsi al grigiore estenuante della vita di regime.
Tanti i suoi difetti, collera improvvisa e violenta, passione per il gioco, ma anche qualche virtù, viene fuori dal suo carattere.
Insomma un personaggio ideale della commedia italiana scherzosa e brillante. Come tanti altri attori, viene fuori dall’avanspettacolo, da quella durissima scuola di teatranti, dove, per poter avere il nome sul cartellone, occorrono davvero molte doti, non solo fortuna o santi in paradiso.
Nel 1930 il nostro cinema è alla caccia di personaggi maschili capaci di reggere il confronto con quelli femminili in ascesa: la Merlini, la Borbone, Isa Miranda, belle donne e brave attrici, piene di temperamento, più di tanti loro partner.
Attori celebri già noti, nel mondo del cinema italiano come Zacconi, Viarisio, Melnati, ormai tramontati, sulle scene italiane, serve un volto nuovo, nella scelta, si decide che Vittorio De Sica, sia l’uomo giusto, giunto al momento giusto.
L’Enorme successo, che riscuote il Film “Gli uomini che Mascalzoni”, lo pone sul piedistallo e il regista Camerini, sfrutta con abilità il soggetto e i primi piani, mette in luce la timidezza provinciale, la furbizia cordiale, il fascino del bravo ragazzo matrimoniabile e il gioco e fatto.
Vittorio ha lo spettacolo nel sangue tanto che, nel volubile fatuo, eterogeneo ambiente del cinema, si muove con sicura disinvoltura dell’affermato protagonista.
Il 10 aprile del 1937, sposa l’attrice Giuditta Rissoni, che dopo un anno lo rende padre affettuoso di una splendida bimba Emilia.
A Vittorio De Sica gli si concede tutto, gli incassi ripagano questa libertà del suo agire. Regista dal 1940, con “Rose Scarlatte” firmerà decina di capolavori che rimarranno indelebilmente, ricordati dal suo pubblico e dai suoi fans.
Nel 1942, incontra la brava e già nota attrice spagnola, Maria Mercader, è amore a prima vista, un colpo di fulmine, la sposa dopo diciassette anni in attesa del divorzio dalla Rissoni, la sua vita si divide tra due famiglie, quasi una tragicommedia realmente vissuta, da Maria ha due figli Manuel e Cristian che adora.
Il neorealismo, è adatto, in lui, tanto che, riesce a tradurre l’irrealtà, in casi reali della vita e della quotidianità, esempi clamorosi, “Pane amore e fantasia” o “l’oro di Napoli”.
La sua vita si ferma il 13 novembre del 1974 a Neuilly sur Seine in Francia.
Forse per questo, lo abbiamo tanto amato. E tanto presto dimenticato.
Anna Sciacovelli