Sei contraria o a favore per la sindrome “Sexual objectum” che sta diventando sempre più contagiosa? Se Carol sposa la “stazione dei treni” e se Amy Wolfe Weber sposa “giostra di 25 metri” chiamata il 1001 Nachts, dopo un corteggiamento in 3.000 giri nel corso di dieci anni, una fetta del 40% dei maschi italiani sposa o ha la donna come “oggetto”. Prendiamo i due casi. È essenziale fare dei confronti su basi “simili e somiglianti” e che in quelle penetranti rughe qualche grinza li accomuna a un principio fondamentale: la trave del sesso, in altre parole, l’elemento importante e imprescindibile di cui si descrive questa malattia che apparentemente non vuole essere ammessa totalmente ma che batte e ribatte costantemente come un pensiero fisso e costante, a volte ossessivo in alcuni individui che vedono l’oggetto parte fondamentale di tutto l’organismo vivente. Apriamo la parentesi graffa e cerchiamo di risolvere l’equazione di come l’uomo vede la donna oggetto: è inteso come il soprammobile, il giocattolo o il telefono che accende e spegne quando vuole, attenzione! Lo sposta, lo gioca e si diverte ma il punto fisso è l’oggetto vago per soddisfarsi, qui il bisogno si allarga o è solo; differenza per Carol che vede l’oggetto “stazione dei treni” e conferma: “La ‘sexual objectum’ non è una malattia mentale come i media la dipingono ma è la nostra sessualità, è come essere lesbiche o bisessuali, non siamo matti”… o ancora Amy Wolfe Weber “Sono stato subito attratta da lei sessualmente e mentalmente”. La sindrome tra l’essere donna e l’essere uomo è molto simile perché c’è: uno spostamento o movimento(i treni o la giostra), un punto di arrivo, attesa, chiusura e partenza. Ci vorrebbe una nuova legge che scavalchi anche le convinzioni religiose sul fatto che noi oltre Dio possiamo sposare anche la natura, un oggetto che apparentemente, ci da l’idea che respira, vive, e si nutre del soprannaturale. Questo ci fa approdare su un universo di sconosciuti o situazioni invisibili ma anche questo è un modo di vivere e sentire un sentimento verso qualcosa. Carol ama “stazione dei treni” legato a un fattore primario: espressione della propria sessualità, e l’uomo chiama in causa l’oggetto-donna per soddisfare il desiderio della sua sessualità. Entrambi i casi vedono la vita come se fosse un quiz con tre risposte perché si tratta di sistemi schematici senza contorni o merlettature per quanto riguardano tutti i processi standard che compiono o portano a termini i “matrimoni semplici” e non in oggetto. È molto pigra la sindrome ma emerge spesso e volentieri quando non si hanno basi tali da sviluppare il corretto funzionamento dei processi detti più normali. Le tre risposte sono: a. come hai vissuto(traumi, incidenti, etc.), b. mancanza di sicurezza personale, c. chi frequenti. Mentre l’uomo si masturba con una foto, un video perché l’immaginazione diventa una fantasia erotica o si sposa una donna per guardarla o si serve di essa per soddisfarsi sessualmente, Carol sposa l’ambiente esterno fatto di decorazioni tra passeggeri, semafori, valige e pendolari e dove ne trova la sua sessualità, la sua identificazione e la sua affermazione che forse le è sempre mancata e nessuno è stato capace di amarla come il sentimento che può provare con “stazioni dei treni”. Penso che della “Sexual objectum” c’è una cosa in comune: il movimento, il trasporto da e verso qualcosa lasciando a parte teorie che distinguono l’uomo e la donna sulla questione dell’oggetto. Il caso si racchiude e fa capo un attimo al mondo infantile di quando ancora la mamma ci accendeva la tv e vedevamo i cartoon animati. Altro punto in questione: che differenza c’è tra avere una passione sfrenata e farci sesso a sposarsi? Con la passione “verso qualcosa” o la semplice “devozione” non si raggiunge un vero e proprio orgasmo? Sposarsi perché? Si può pensare alla completezza? Al firmamento? Alla traccia su carta? A una affermazione? Lascio a voi il commento!
L’uomo quindi è un perdente sulla forma e l’oggetto? Vincono le donne, considerate tante, con la loro sindrome “innocua” o l’uomo che si sposa la “donna-oggetto”?
“Il mondo è bello perché è vario” Marguerite Yourcenar, Il giro della prigione, 1991
Rosa Santoro