La legge è entrata in vigore dal marzo del 2015, ma a distanza di quasi due anni non è ancora del tutto applicata: parliamo delle procedure per cambiare banca quando siamo alla ricerca di un conto corrente migliore, che si rivela impresa ancora troppo ardua nel nostro Paese.
A rigor di norma, sarebbe una procedura rapida, semplice e priva di costi; in realtà, il trasferimento di un conto da una banca all’altra si rivela un’operazione non solo lunga, ma addirittura sconosciuta alla stragrande maggioranza degli sportelli e degli operatori bancari del nostro Paese. Lo rivela un’indagine dell’associazione Altroconsumo, pubblicata nel numero di gennaio della rivista Soldi&Diritti, che ha fatto il punto sull’applicazione della legge 24 marzo 2015 n. 33 per la migrazione bancaria.
Portabilità, questa sconosciuta. Insomma, la sintesi è tutt’altro che positiva: gli autori dell’inchiesta si sono finti correntisti che chiedevano informazioni sulla procedura che permette di cambiare conto in 12 giorni, ma solo uno sportello sui 203 consultati (quello di un ufficio postale di Napoli) si è dimostrato pronto ad agire, consegnando il modulo di autorizzazione nel quale l’utente deve anche indicare gli eventuali addebiti che intende trasferire e chiedere lo spostamento della liquidità rimanente. Inoltre, scrivono gli autori, il trasferimento è gratuito, ma la banca può chiedere il rimborso delle spese (documentate) affrontate per le varie operazioni.
I canali alternativi. Si spiega anche così il crescente ricorso alle soluzioni online, che invece rappresentano una scelta di sicuro più facile da gestire e spesso più conveniente rispetto alle proposte tradizionali; il Conto Arancio di Ing Direct, ad esempio, si caratterizza per basse spese di gestione, tassi di interesse vantaggiosi e un’ulteriore offerta dell’1% sulle somme depositate per 12 mesi, conquistandosi la palma di miglior conto corrente online per gestire e tenere sotto controllo in tutta semplicità i propri risparmi.
Quanto costano i conti correnti. Anche la Banca d’Italia ha calcolato il costo dei conti correnti in Italia, arrivando alla conclusione che la portabilità dei conti conviene, visto che consente di ridurre i costi di gestione e di guadagnare dal 38 al 68 per cento. Ma se l’Istituto di Palazzo Koch sostiene che il costo medio di un conto è pari a 82 euro, molto più alta (e probabilmente realistica) è la stima di Altroconsumo, che in media si attesta a 218 euro, con variazioni che vanno dai 22 ai 435 euro. Un dato, quest’ultimo, confermato anche dalle passate indagini della Commissione Ue riguardanti i costi medi dei conti correnti, che pure in seguito hanno tenuto conto dei rilievi di Abi e Bankitalia, secondo i quali i conti vanno considerati “a pacchetto”, senza sommare singolarmente i costi ipotetici delle singole operazioni.
I nuovi conti più convenienti dei vecchi. In definitiva, comunque, c’è un punto sul quale concordano tutti gli analisti: il costo medio di base dei conti aperti 10 o 15 anni fa è sicuramente superiore a quello che si riscontra per un conto aperto nell’ultimo anno o pochi anni fa. Ecco perché sarebbe ancora più importante che gli istituti di credito si adeguassero alla normativa in vigore in Italia, prevedendo magari sanzioni per le banche inadempienti per promuovere le norme; altrimenti, come spiega Altroconsumo, “senza il braccio armato degli indennizzi la portabilità dei conti correnti resta monca”.
Limiti da superare. Ma perché c’è ancora un blocco alla portabilità? Gli autori della ricerca rivelano che in alcuni casi la risposta allo sportello è stata “esiste una nuova legge, ma preferiamo non usarla”, mentre comunque si nota una maggiore disponibilità sul rispetto della vecchia normativa, che tuttavia prevede tempi più lunghi ed è piuttosto farraginosa. Inoltre, secondo le norme passate l’utente deve comunicare ai gestori delle singole utenze il nuovo numero di conto e il trasferimento degli addebiti.
Alessia Baldassarre