La sua affabulazione lirica, dai toni severi, crea immagini di giorni autunnali, di ricordi struggenti, nel silenzio di una grande e silenziosa casa, dove i ricordi pietrificati del passato, rivivono nella sua assorta e costante solitudine.
La poetessa Biagia Marniti, nello spazio temporale riconosce l’ineluttabile brevità del tempo, cerca l’ancoraggio, al personale sgomento e la trova nella poesia che diventa parola poetica, e nello stesso tempo, la chiave salvifica della propria esistenza.
Il suo linguaggio selettivo, ma non ricercato, si articola bene in un discorso che trascende gli apparenti monologhi, per tentare un dialogo con gli altri, quale filo conduttore di tutta la poesia di Biagia Marniti.
I continui indovinelli della vita con tutte le sue tensioni quotidiane, la rasserenano, la gioia, l’amore, la preghiera e la poesia sono sempre presenti ed è indicativa, che l’ultima raccolta si chiude, proprio con una vera dichiarazione d’amore, per la poesia stessa.
Una poesia la sua, in cui disvela sempre una propria ombra, ogni passione, anche la più segreta, è in rotta di collisione, con la realtà angosciosa della terra-deserto, che in uno spazio limitato, tra conoscenza e spleen tra fuoco della poesia e cenere della vita stessa.
Biagia Marniti, nei versi traduce la sua esperienza, e nelle sue parole velate, esaurisce l’afflato e vive quello, che la realtà smascherata gli può negare.
La poetessa, cerca di abbandonare il paradiso terrestre delle illusioni e piano si addentra, nella terra, sua desolata antagonista, che esibisce la sua natura irta di spine, in contrapposizione all’effimera parentesi di una vita umana, contrapponendo la sua imperturbabilità, all’ansia dell’uomo e le sue leggi, che si pongono come contraltare, ai sogni e agli aneliti del genere umano.
Il suo narrare, sembra un tedioso lamento del male di vivere, quasi un atto conoscitivo, del tempo esistenziale, l’uno nell’altro preziosamente incastonati, in una perfetta scansione musicale, quasi che nalla sua costante ricerca, abbia trovato una nuova eleganza espressiva.
Anna Sciacovelli